Con tutti gli sbagli faremo un falò | Matteo Lion

Se è assolutamente necessario che l’arte, la musica o il teatro servano a qualche cosa, per me dovrebbero servire a insegnare che la stessa cosa la si può guardare con occhi diversi, la stessa cosa la si può dire con una voce diversa, che la stessa cosa la puoi ascoltare con orecchie nuove.
Ed è indispensabile farlo.

A volte capita quando usano una canzone che conosci molto bene come colonna sonora di un film o di uno spot.
Associata alle immagini la canzone ti appare diversa o forse la si vive in modo più completo.
E in quel contesto, ti sembra perfetta. Più di prima.

Ad esempio, ricordo il film Little Miss Sunshine su una famiglia disfunzionale che attraversa vari stati americani a bordo di un furgone Volkswagen per accompagnare la figlia più piccola ad un improbabile concorso di bellezza.
In quel film c’è una scena meravigliosa in cui tutti i protagonisti sono a bordo del furgone e in sottofondo parte la parte strumentale della canzone Chicago di Sufjan Stevens.
Amavo da morire quella canzone, la conoscevo a memoria.
Ma quelle note erano perfette per quella famiglia chiusa in un furgone e ognuno chiuso nella sua tristezza privata.
E mi sono sentito quasi un Dio che aveva la facoltà di dare loro la benedizione con il testo della canzone: I made a lot of mistakes, in my mind in my mind (“Ho fatto un sacco di errori, nella mia mente”).
Alla fine quella canzone ha smesso di essere stata scritta “solo per me”, ha smesso di essere “la mia” canzone.
Ma ora ogni volta che la sento lo faccio in comunione con tutti i nerd del mondo che “tutte le cose le sanno, ma le devono solo trovare”.

Questa sensazione l’ho provata nuovamente ascoltando la registrazione del musical/balletto che a Broadway hanno allestito proprio usando solo le canzoni del disco Illinoise di Sufjan Stevens.
Il disco era stato pubblicato il 4 Luglio 2005, festa dell’Indipendenza americana.
Il cantante aveva illuso il mondo annunciando che avrebbe fatto un disco ispirato ad ogni Stato americano.
Progetto che si fermerà però proprio con Illinoise che seguiva Michigan del 2003.

A distanza di quasi vent’anni quelle canzoni sono diventate un altare privato per molte persone al mondo che nel disco trovarono accettazione, fiducia e pace.
Ma appunto ora è arrivato il momento di condividere.
Quelle canzone suonate in mille camerette nel mondo, ora sono canzoni per un balletto.
Il regista e coreografo Justin Peck ha chiesto all’autrice Jackie Sibblies Drury di usare quelle canzoni per raccontare una storia da portare in scena.
Non ho ancora visto lo spettacolo ma ho letto che il pretesto scelto è stato di mettere una serie di personaggi intorno ad un falò e ognuno regalerà la propria storia interpretando una delle canzoni dell’album.
Ma ho ascoltato la bellissima versione delle canzoni registrate dal cast.

Alcune canzoni diventano più rotonde e il senso di malinconia della versione originale diventa più sfumato come nel caso di The Predatory Wasp of the Palisades Is Out to Get Us.
Altre canzoni suonano diverse perché cantate da voce femminile, come succede per Three Stars o John Wayne Gacy, Jr. cantante da My Brightest Diamond.
Lei per altro aveva anche contribuito alla realizzazione del disco originale e come musicista aveva anche accompagnato Sufjan Stevens nel tour di promozione del disco.

Ma quelle canzoni oggi riescono a dirci qualcosa in più.
Qualcosa che era lì dal 2005, ma che oggi ci appare più chiaro.
Come nella meravigliosa canzone The Seers Tower che parla dell’apocalisse.
La versione attuale interpretata da My Brightest Diamond la completa.
Senza voler citare nessuno, ma cambia se è interpretata da una donna e madre.
Cantata sull’orlo di una nuova e quanto meno verosimile guerra nucleare ci appare davvero più diretta e definitiva.
“Sette miglia sopra la terra
C’è la madre delle divinità
Con la sua spada, con la sua veste
Viene a dividere l’uomo dai fratelli
Aspettiamo finché inveisce e inveisce
Oh, mia madre, ci ha tradito
Ma mio padre ci ha amato e ci ha lavato
Eppure vado nella tomba più profonda
Dove io vado a dormire da solo”.

Qui potete vedere una canzone eseguita dal cast alla TV americana.
Speriamo davvero in un complesso lavoro di traduzione delle canzoni per poter vedere anche una versione italiana di questo musical.