Dispersi | Claudia Vanti

Karl Lagerfeld dice che la moda non è giusta (lui è uno che sa), e veramente le vittime sono tante: talenti scomparsi dai radar o mai riconosciuti, talenti effimeri o dimenticati, talenti indiscussi ma sfortunati, antipatici, ignorati eccetera…

Insomma, tanti nomi sufficienti a riempire molte ipotetiche puntate di un programma televisivo in stile “Meteore” (questa idea me la segno, esistono format peggiori).

E allora? Allora niente, mi è solo venuto in mente un elenco di gente con abbastanza o molto talento che mi piacerebbe rivedere in giro a fare qualcosa, vestiti o altro.
E non penso a quelli che hanno scelto vite diverse (Hubert de Givenchy, classe 1927, à la rétraite dalla metà degli anni ’90, e i suoi acquisti e vendite di opere d’arte), ma ad alcuni, a volte ancora in attività ma molto, molto defilati.

Martine Sitbon, mi è sempre piaciuta tanto, romantica e cerebrale con un’attitudine da rockeuse.

Olivier Theyskens, una serie di collezioni magnifiche con il suo nome o per Rochas, per Nina Ricci, e poi poco altro, fuori dal toto nomi delle direzioni artistiche.

Viktor Bellaish, tornato in Israele dopo molti anni in Italia e consulenze, l’ho incrociato per qualche mese in una maison, bravissimo.

Hervé Léger, sì, lui, quello dei “bandage dress”, gli abiti creati con le fasce che modellavano il corpo…lui veramente ha solo perso il suo nome, ed è di nuovo in attività come Hervé Leroux, per i capelli rossi.

Helmut Lang, un nome pesante, la rappresentazione visiva della moda degli anni ’90, minimale e tecnica.

Kostas Murkudis, ex collaboratore di Helmut Lang, con una linea che fatica a farsi conoscere fuori dalla Germania.

Poi “l’elefante nella stanza”, Christian Lacroix, talento travolgente che non ha mai trovato una via per risultare, alla fine, vendibile.

E una folla di creativi inglesi, spesso sostenutissimi dalla stampa ma ugualmente effimeri. Non c’è posto per tutti.
Nelle giornate delle collezioni maschili 2017, sarà che anche giugno quest’anno sembra una contraddizione in termini, invece di cercare solo il nuovo e interessante che c’è (c’è sempre, anche contro tutte le catastrofiche cronache degli insiders fintamente annoiati) mi sono ricordata che ci potrebbe essere anche qualcosa in più.

PS: la lista potrebbe continuare…

Claudia Vanti