La buona sorte | Andrea Ferrato

I trifogli e le erbe spontanee, d’un verde fresco che scorre sul palmo della mano.
I primi tepori richiamano a respirare, qui l’aria non è secca di sabbia, di fumi grigi, non odora di odio.

Probabilmente si tratta di buona sorte, forse un tempo siamo stati ben accordati con lo spazio percorso, forse avremo arrecato meno disturbo possibile.
Qui le nuvole sono morbide, da osservare sdraiati, sorridendo ai bambini, accarezzando il cane che ti riconosce come casa e ti si siede accanto.

La buona sorte di spettatori senza il biglietto, altri lo pagano.

Andrea Ferrato