Senza alcun aspetto evidente | Andrea Ferrato

Anche quest’anno avevo aspettato l’estate e anche quest’anno non l’avevo colta.

Già le giornate avevano ricomposto gli slanci dei chiarori serali negli orari usuali e quella sensazione speciale di avere ancora davanti chissà quali possibilità si era ridimensionata nel movimento delle dita sull’interruttore della luce.
La finestra aperta sul frusciare scuro delle foglie degli alberi vicini, i segnali della pelle sulle lenzuola tese, davano quel senso di privilegio sui pensieri del giorno, domati a fatica.

Circondato da cose prestate da un passato disattento, nutrito da una leggerezza che era più una mancanza e non un’assenza voluta.
L’obbligo al doversi considerare proprietari di un vantaggio ormai liso, quell’abbraccio non arrivato che ora avrebbe levigato il disagio e reso più deciso il passo.

Il ventilatore ha oscillato e mosso l’aria più fresca della notte, come da almeno dieci anni, come ogni estate, senza alcun aspetto evidente di usura o di malfunzionamento.

Andrea Ferrato