Altri mondi possibili | Alberto Guizzardi

Il testo che segue nasce da pensieri e impressioni avute dopo la visione di “Past Lives” e la lettura del libro “Fantasmi di New York”.
Nel film di Celine Song, Nora e Hae Sung, dopo aver vissuto una più che amicizia a Seoul, interrotta dal trasferimento della famiglia di lei a Toronto, si ritrovano da adulti a New York.
Nonostante lei sia sposata, il pensiero corre a quello che sarebbe potuto accadere se i fatti della vita fossero andati diversamente.
Nel romanzo di Jim Lewis le vicende dei tre protagonisti si intrecciano sullo sfondo di una New York decadente e atemporale.
“I fantasmi” sono le persone che hanno condiviso le loro vite, condizionandole per una parte del loro percorso, per poi uscire di scena.

Per un momento mi è sembrata reale la possibilità che tutto quello che avevo vissuto fosse una menzogna e che invece la mia vita stesse seguendo un percorso parallelo definito da occasioni non scelte e sentieri non presi; una moltitudine di possibilità non intraprese complici di infinite alternative per la mia storia personale.

Di quei fantasmi che popolano la mia mente che cosa è rimasto?
Mi viene da pensare che i ricordi siano scarti, una parte residuale mancante dell’essenza del vissuto, ma probabilmente necessaria per permetterci di non giraci indietro a valutare ogni nostra singola azione.
Sono però utensili a nostra disposizione di cui potremmo avvalerci per dare un senso diverso al nostro percorso: quello che appare in superficie è solo la punta del iceberg e sta a noi, a nostro rischio e pericolo, scoprirne la parte nascosta.

Spazio e tempo sono variabili sulle quali filosofi e fisici hanno spesso questionato sulla loro finitezza.
C’è un oltre rispetto a quello che stiamo vivendo o tutto termina qui?
Sarebbe bello pensare che, al di là di credere o meno, quei percorsi non battuti, quelle strade abbandonate in quanto non arrivate al momento giusto, siano solo storie temporaneamente interrotte e ancora percorribili in un piano di realtà diverso da quello che la nostra mente possa comprendere.

Alberto Guizzardi
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