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UNA MUSICA CHE FA SEMBRARE IRREALE IL RESTO DEL MONDO | MATTEO LION

La parola mistero deriva dal greco “mysterion”, ovvero un evento religioso arcano e segreto di cui non si deve parlare pubblicamente perché riservato agli iniziati.
Proprio come un adepto di una setta a Natale ho ricevuto in regalo, da una coppia di amici carissimi, il biglietto per un concerto di una band misteriosa: i Glass Beams.

La band era sicuramente misteriosa per me, visto che non ne avevo ancora mai sentito parlare prima.
Ma la band ha proprio il mistero come cifra stilistica visto quanto poco si conosce di loro.
A partire dalle loro facce, sempre coperte da stilosissime maschere sbrilluccicanti.
Non è una novità, basti pensare ai nostrani Myss Keta o Liberato.

Ma con loro il mistero si fa decisamente più intrigante.
Sono una band nata in Australia, ma hanno un sound che suona decisamente più “orientale”.
La parola “persona” in latino significava propriamente “maschera teatrale”, a testimoniare che la vera identità di ogni individuo è sempre nascosta sotto una maschera.
Con loro ci si interroga davvero su quale “persona” suoni quel sound così particolare che sconfina e tocca generi molto diversi, anche per origini geografiche.
Ci puoi trovare delle variazioni jazz, degli assoli di chitarra psichedelici da musica progressive anni ’70, delle aperture melodiche alla Morricone, il tutto tenuto insieme da un evocativo sound tipicamente indiano.
Almeno questo ha una sua spiegazione visto che una delle poche cose che sappiamo è che il fondatore e musicista/produttore Rajan Silva è di origine indiana.
Degli altri due membri della band invece non si conosce neanche il nome.

La musica indiana per noi occidentali è ancora abbastanza sconosciuta.
Probabilmente molte persone interrogate sulla musica indiana citerebbero la mega hit degli anni ’90 Brimful of Asha.
Che però era in realtà di una band inglese.
O penseranno alle musiche sentite nei film di Bollywood, che invece si sono diffuse con maggior facilità anche in Europa.
In realtà la musica indiana è, per esempio, il seme da cui è nata l’acid house music.
Quei ritmi ipnotici e ripetitivi sono così simili in entrambi gli stili.
Un pioniere indiano della musica elettronica e dei sintetizzatori è sicuramente l’indiano Charanjit Singh che nel 1982 pubblicò un disco Ten Ragas to a Disco Beat.
Per alcuni storici musicali senza quel disco la musica acid house non avrebbe avuto il suo big bang e forse non sarebbe mai nata.

Orgogliosamente questi giovani ragazzi dei Glass Beams hanno voluto ribadire questa paternità registrando una loro cover di un pezzo tratto da quel disco, Raga Bhairav.
Per ora la produzione ufficiale della band consiste solo in due EP: Mirage pubblicato nel 2021 e il più recente Mahal del 2024.

Ma l’effetto passaparola li ha portati ad avere un tour mondiale alle porte.
Sono certo che dopo la loro esibizione prevista al prossimo Coachella in aprile, esploderanno in modo esponenziale.
Quindi, se accettate il consiglio, non perdete una delle prossime date italiane in programma:

  • 20 Giugno a Milano, al Circolo Magnolia
  • 21 Giugno a Bologna, al DumBO (se venite ci vediamo!)
  • 22 Giugno a Ostia, al Teatro Romano di Ostia Antica

Ai loro concerti molti spettatori si presentano mascherati.
Poi non dite che non ve l’avevamo detto.

Crediti foto >>

MATTEO LION
Ha lavorato per anni come account per varie agenzie di comunicazione.

Dal 2010 si occupa di selezione del personale ed è Team Leader in progetti di inserimento di lavoratori con disabilità.

La musica è la sua passione, con una lente attenta alle nuove sonorità.

Altra musica | Matteo Lion

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Quella sottile sensazione di inadeguatezza, di mancanza. La ricerca delle risposte e il piacere dimenticato delle domande. Accogliere la complessità è un passo verso la consapevolezza del contemporaneo. Non siamo esseri semplici, dobbiamo assorbire e rigenerare. Siamo sempre stati arte e oggi dobbiamo saper vivere con una sensibilità aumentata.

METABOX – sensibilità aumentata è un’installazione di arte contemporanea online, dal 2010

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