“Bye-bye Miss American Pie, drove my Chevy to the levee, but the levee was dry“…credo che a chiunque venga automatico canticchiare questo grande classico della musica americana scritta da Don McLean.
Ma nel testo della canzone, che sembra così spensierata, si parla del “The day the music died”, il giorno in cui morì la musica.
Si, perché il testo della canzone fa riferimento alla tragedia del 3 febbraio 1959, che coinvolse Buddy Holly, Richie Valens (autore de “La Bamba“) e J.P. “The big bopper” Richardson, che rimasero uccisi in un incidente aereo mentre si spostavano per un tour.
Una fetta di un amarissima Italian Pie, l’abbiamo dovuta mangiare il 31 dicembre scorso quando è arrivata la terribile notizia della morte improvvisa di Paolo Benvegnù, a soli 59 anni.
Quando sul cellulare mi è arrivata la notifica, all’inizio ero convinto si trattasse di un meme che non riuscivo a capire. Un meme che giocasse in qualche modo sull’ultimo giorno dell’anno.
Sono molti i meme che non colgo perché mi mancano gli aggiornamenti nazional-popolari e, quindi, avevo subito archiviato la cosa in quel modo.
Poi hanno iniziato ad arrivare i messaggi degli amici che confermavano quello a cui nessuno era pronto.
Nel corso del 2024 sono morte altre figure iconiche della musica, basti pensare a Quincy Jones, Kris Kristofferson, Francoise Hardy.
Ma per la generazione degli attuali 50enni, Paolo era più che un semplice cantante.
Come magistralmente scrive Claudia Durastanti su Internazionale: “Ha creato, in vent’anni da solista, una vera comunità. All’inizio era piccola, concentrata e riconoscibile, poi di recente si è espansa, mantenendo le sue caratteristiche. Quest’uomo, questo artista, ha creato una comunità d’ascolto basata sulla fiducia, il rispetto delle reciproche fragilità, ha traghettato molte persone attraverso stadi d’indicibile malinconia e di un amore utile che talvolta si è fatto inutile.“
Possiamo dire tranquillamente che lui vivrà per sempre nel sentimento delle cose perché ci ha insegnato lo stupore, parafrasando una sua canzone.
Ma ci ha insegnato anche che è possibile avere un rapporto diverso con gli artisti che amiamo.
Credo non si sia mai negato per uno scambio di battute o per un saluto.
Il dopo concerto era, di fatto, parte del concerto. Molte persone gli spiegavano perché alcune sue canzoni fossero diventate così importanti per loro, come fossero diventate la loro armatura per proteggersi emotivamente.
Dave Grohl una volta disse: “Questa è una delle cose più belle della musica. Puoi cantare una canzone a 85.000 persone e loro la ri-canteranno per 85.000 motivi diversi”.
L’ultima volta che l’ho incontrato è stato a luglio a Bologna per l’intervista che Francesco Locane gli aveva fatto nel suo format “5 cose”, in cui gli artisti raccontano un libro, un disco, un film, un cocktail e una cosa per loro particolarmente importante.
Dopo l’incontro mi aveva parlato con una tale passione del libro “Il mare verticale” di Giorgio Saviane, che il giorno dopo andai a cercarlo in libreria.
Esattamente come capita con i suggerimenti degli amici intimi.
La sua morte sembra così irreale anche perché solo la sera prima era andata in onda una sua intervista nella trasmissione “Via dei Matti“
La sua morte sembra così irreale perché solo pochi mesi prima aveva vinto la Targa Tenco come Migliore Album in assoluto per il 2024 con “È inutile parlare d’amore”.
La sua morte sembra così irreale perché nel 2024 aveva pubblicato anche un secondo disco “Piccoli fragilissimi film – Reloaded” in cui si celebrava il suo primo disco solista di vent’anni prima, duettando su quelle stesse canzoni con moltissimi artisti tra cui Motta, La Rappresentante di Lista, Giovanni Truppi.
Se potete andate a riascoltare la sua produzione e le sue verità:
“Anima, avanzate. lasciate che vi accarezzino
le ciglia dell′amore
ed i ricordi che bruciano in petto
e non dimenticate le parole
degli occhi, degli ultimi respiri
e cominciate a respirare“.
Crediti foto >>>
MATTEO LION
Ha lavorato per anni come account per varie agenzie di comunicazione.
Dal 2010 si occupa di selezione del personale ed è Team Leader in progetti di inserimento di lavoratori con disabilità.
La musica è la sua passione, con una lente attenta alle nuove sonorità.