Visioni future | Stefano Guerrini

Purtroppo, per quei momenti della vita che capitano a tutti, mi ritrovo a dover sgomberare casa, compito affrontato prima svogliatamente, quasi io non ne volessi proprio sapere e la mia testa non accettasse che un mondo, privato e familiare, sia ormai concluso, ora, che non è più tanto possibile procrastinare, con dei tempi più veloci, ma che non escludono il costante fermarsi sui ricordi.

Ammetto di aver avuto molte difficoltà con le videocassette.
La razionalità impone di disfarsene, i videoregistratori non esistono quasi più, per alcuni persino i dvd sono obsoleti, il futuro non appartiene a questi mezzi così antiquati.
Ora si va su Youtube e si avanza e si va indietro velocemente, o su quelle tv a pagamento, dove salvi, vedi quando vuoi, fruisci da ogni tablet, non ti fermi, prosegui spedito e voracemente, in maniera molto onnivora, mastichi serie, guardicchi film, ti godi il finale subito, perché non sopporti la tensione di venti episodi, poi passi oltre, ad un’altra serie tv consigliata dai social e must-see del momento.

Io ho davanti scatoloni di vecchi video e mi sembra quasi “una scelta di Sophie”: tengo la serie di “XFiles”, comprata con non ricordo più quale giornale, o la copia pirata di “Andy Warhol’s Bad”? Mi chiedo gettando cassette nel sacco nero se troverò mai la versione Blue-Ray de “Lo specchio della vita” e se ha senso salvare alcuni video e tenerli in uno scatolone in cantina.
Ed è inevitabile che, passandomi davanti titoli, video di sfilate a Piazza di Spagna, esibizioni Sanremesi dei Duran Duran, cresca la malinconia e capisco perché ho voluto rimandare questo momento.
Chi mi ridarà le notti passate a fissare su un nastro i misteri di una città chiamata Twin Peaks, le apparizioni in Italia di Madonna, a riguardare più volte il finale di “Buffy, the vampire slayer” o l’incredibile episodio musical, il primo in assoluto tutto cantato in un prime-time show, a rivedere certe scene così tante volte che il video si è subito rovinato.
Quelle emozioni non torneranno più e proprio per questo, perché sono parte di me e del mio vissuto, di quello che sono diventato, forse ha senso il disfarsi di orpelli pesanti e lasciare spazio per il futuro.

Mi piacerebbe solo che il nuovo, così tecnologico e a portata delle nostre esigenze, non fosse un solo freddo fruire di immagini, storie, suoni, vorrei trovare negli anni a venire quelle sensazioni che le ‘vecchie’ videocassette ci davano.
Se da un lato non vorrei trovarmi ancorato solo a dei ricordi, fare la figura del nostalgico invecchiato, dall’altro però colgo nel successo di “Stranger things”, tanto per fare un nome, così legato ai decenni passati come stile e citazioni, o nel reprise di serie tv famose, da “Will and Grace” a “Pappa e ciccia”, passando per lo stesso “Twin Peaks”, la voglia di approcciarsi alle storie su piccolo schermo in maniera più emozionale e meno ‘mordi e fuggi’, di riscoprire storie capaci di emozionarci e che ci spingano a rivederle, a impararne le battute a memoria, che ci insegnino ancora qualcosa.
E se penso a questo il futuro mi fa un po’ meno paura.

Stefano Guerrini

foto: Andrea Ferrato