Tiriamo le somme | Matteo Lion

Le classifiche di fine anno sono ormai un fenomeno pop. Sono un rito pubblico.
Sia che si tratti di un elenco strutturato oppure solo di uno screenshot dei nostri ascolti annuali su Spotify.
Rappresentano l’affermazione del nostro ego critico, capriccioso, di parte e necessariamente imperfetto.
Sono piene di “roba” diversa e distante che però convive insieme.
Solo Salvini di solito riesce a mettere in un discorso cose tanto diverse.
E le classifiche spesso hanno la stessa lungimiranza di un discorso di Salvini.

Ci si approccia alla redazione della nostra personale classifica consapevoli che stiamo confrontando, senza alcun senso, mele con pere. Ma cerchiamo lo stesso di essere razionali, accurati e scientifici.

Le nostre scelte avranno il potere di rivelare che tipo di persona siamo o, almeno, il tipo di persona che speriamo di essere.
C’è il bisogno di mettere ordine all’esperienza dell’ascolto di quei dischi, fare ordine nel caos delle uscite e delle fonti dalle quali abbiamo fruito musica.
È un modo per capire come si sta evolvendo il nostro gusto.
Cosa ci emoziona e cosa ci riesce ancora a sorprendere.

Guardando alla mia classifica che riflessioni posso azzardare?

  • Non ci sono artisti esordienti al primo disco. Forse nell’anno della pandemia e di lockdown è stata meno forte la curiosità e ho avuto il bisogno di rassicurarmi nelle certezze?
  • L’America la fa da padrone nonostante le intrusioni dal Venezuela e dall’Olanda. Nonostante su Spotify si possa trovare la musica più disparata ancora il mio gusto è plasmato da una super potenza. Ecco il buon proposito per il nuovo anno: cercare sonorità più esotiche e lontane.
  • È rappresentativo della crisi economica mondiale in corso che ben due artisti presenti nella mia classifica abbiano avuto problemi finanziari quest’anno. Nadine Shah ha dichiarato: «Per molti musicisti, la pandemia ha significato il dover contare solo sui guadagni provenienti dalle piattaforme streaming. Personalmente, pensavo che ce l’avrei fatta e mi sono detta: “Ok, Nadine, hai avuto la nomination per il maledetto Mercury Prize, hai più di 100mila ascolti mensili su Spotify, ce la farai a pagare l’affitto. E invece mi sbagliavo. La situazione era tale che la scorsa estate sono dovuta tornare a vivere con i miei genitori. Non è certo la cosa peggiore che possa capitare ma non è una grande prospettiva per una popstar ultra trentenne. Come tutti i miei amici musicisti che contavano sui concerti, mi sono trovata in ristrettezze economiche».
    Oppure Morrissey che ha commentato la rottura del contratto con la BMG dicendo “è perfettamente in linea con l’implacabile galvanizzante orrore del 2020. Saremmo estremamente pazzi ad aspettarci qualcosa di positivo. I tre album che ho pubblicato con la BMG sono stati i migliori della mia carriera, e li sosterrò fino alla morte. Registrarli è stato un periodo cruciale della mia vita, e ringrazio il precedente team della BMG e tutte le persone coinvolte. È ancora importante per me fare musica a modo mio, e non vorrei stare con un’etichetta che imponga in modo così specifico ai suoi artisti come dovrebbero comportarsi specialmente quando la parola ‘talento’ non viene mai pronunciata”.
  • Dei 15 artisti presenti nella mia classifica solo sei di loro ho visto dal vivo in concerto in passato. Non quest’anno ovviamente. Ecco mi riprometto per l’anno prossimo di poter fare l’elenco dei concerti più intensi dell’anno piuttosto che la classifica dei dischi preferiti.

Adrianne Lenker, ad esempio, mi ricorderà per sempre la pandemia nonostante si sia piazzata solo al 5° posto con il suo disco solista. Lo scorso 22 febbraio era in concerto a Bologna con la sua band, i Big Thief. Avevo il biglietto ma all’ultimo decisi di non andare perché già si cominciava a parlare di lockdown e si consigliava di evitare gli assembramenti.
Il concerto fu l’ultimo della stagione. La sera dopo avrebbero dovuto tenere una data a Milano ma venne annullata e il messaggio nei social della band fu: “riteniamo sia meglio stare dalla parte della cautela per il bene dei nostri fans, la nostra crew e di noi stessi.”
Nessun discorso a reti unificate del premier Conte mi ha mai trasmesso un senso di urgenza e dato consapevolezza della pandemia in corso come quelle parole.
Ecco perché ha senso celebrare questi artisti per il peso che hanno avuto su di me e per i ricordi che mi aiuteranno a tenere vivi negli anni a venire.

  1. Fiona Apple – Fetch the bolt cutters
  2. Sevdaliza – Shebrang
  3. Francesco Bianconi – Forever
  4. Perfume Genius – Set My Heart On Fire Immediately
  5. Adrianne Lenker – Songs
  6. Nadine Shah – Kitchen Sink
  7. Cocorosie – Put the shine
  8. Haim – Woman in music Part III
  9. Arca – KiCk i
  10. Morrissey – I Am Not A Dog On A Chain
  11. Sufjan Stevens – The Ascension
  12. Austra – Hirudin
  13. Lianne La Havas – Lianne La Havas
  14. Fleet Foxes – Shore
  15. Joan As Police Woman – Cover Two

E poi, quelli che…..

Quella che è piaciuta a tutti ma a me proprio NO:
Rina Sawayama – Sawayama

Quello che proprio mi ha deluso:
Jónsi – Shiver

Quella che ho scoperto solo leggendo le classifiche di fine anno degli altri:
Becca Mancari – The Greatest Part

Quello che è piaciuto SOLO a me e nessun altro:
Scott Matthew – Adorned

Matteo Lion

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