#MeToo alla corte della Regina | Alberto Guizzardi

Una delle cose migliori viste al Festival di Venezia l’anno scorso, e ora nei cinema, è stato “La Favorita” di Yorgos Lanthimos .
Il film si svolge agli inizi del XVIII secolo alla corte della debole Anna regina di Inghilterra.
La giovane Abigail , sventurata e bistrattata dagli eventi, grazie alla cugina Lady Sarah, favorita della regina, trova un posto nelle cucine del regno dove, apparentemente, continua la sua vita fatta di soprusi e prepotenze.
Abigail però capisce in fretta che in quel mondo dove le donne devono restare ai margini, anche se sono la regina stessa, con un po’ di astuzia e grazie alla propria bellezza può ribaltare le carte in tavola fino ad arrivare a insidiare il ruolo di Lady Sara come favorita.

Le donne si devono conquistare il proprio ruolo nella società e questo spesso a scapito di un’altra donna.
La vendetta nei confronti degli uomini si può tradurre solo nel renderli ridicoli e in effetti tutta la componente maschile dell’opera risulta essere inetta e grottesca.
Lanthimos, supportato da una bella sceneggiatura molto divertente, gioca su diversi piani tra i quali quello dell’ironia è il più evidente.
Avendo a disposizione un testo più mainstream rispetto alle sue opere precedenti, più estreme e meno fruibili come il meraviglioso “The Lobster”, qui si mette a servizio della storia con la sua capacità sempre sorprendente di messa in scena con immagini a grandangolo che straniano e mettono ancor più in risalto il senso di grottesco.

In tutto ciò è supportato da Olivia Colman, Rachel Weisz e Emma Stone, tre attrici in stato di grazia che ci rendono in pieno la rappresentazione di tre donne che vogliono raggiungere in ogni modo il posto che loro spetta.
Sembra quasi di assistere ad una proiezione del #metoo, con la stessa sensazione che, dopo che sono cadute teste a ripetizione e l’uomo ha fatto la figura che ha fatto, tutto sia come prima se non con una forma di puritanesimo in più.

Alberto Guizzardi

fonte immagine