Meglio ridere sul latte versato | Matteo Lion

Se c’è una cosa che non sopporto è la presunzione di chi crede di essere migliore degli altri.

La vita dovrebbe essere per tutti una lunga lezione d’umiltà.
La presunzione ci fa solo credere di essere quel che vorremmo essere.
Anche in amore, la pretesa di essere amati è la più grande delle presunzioni.

Tutto questo preambolo per dirvi quanto trovo irritante, e appunto presuntuoso, il verso della nuova canzone di Tiziano Ferro che tanto gira in radio in questo periodo:

“Con nessuno avrai più riso e pianto come con me.

E ricordiamoglielo al mondo chi eravamo e che potremmo ritornare.”

La prima cinica constatazione, lo ammetto, è che se il soggetto non sta più con Tiziano evidentemente avrà riso di più e pianto di meno… altrove.

La presunzione ha bisogno di pubblico, non è una cosa riservata.
E così il rimpianto dell’amato si trasforma in rivalsa che deve essere vista addirittura “dal mondo”.

Non posso fare a meno di sentire la mancanza di versi più discreti (e rassegnati).
Se Tiziano Ferro è quello che la modernità vuole, io rimpiango gli autori che abbiamo perso quest’anno.

“Volevo solo vederti ridere nella pioggia viola.” – Prince in “Purple rain

“Addio, Marianna, era tempo di ricominciare. A ridere e piangere e piangere e ridere su tutto questo ancora.” – Leonard Choen in “So Long Marianne

La canzone di Ferro era comunque ai primi posti delle classifiche di fine 2016. Evidentemente a molta gente piace.

Ma la voglio usare come pretesto per formularvi il mio augurio per il 2017: ridete, ridete, ridete. Anche da soli.

Per ispirarvi vi dedico: “Laughing and not being normal” (ridere e non essere normali) di Grimes. Oltre all’augurio di ridere concentratevi anche sul verso: “non puoi andare dove tutti vanno”.
Anche se, devo ammettere, anche questo può suonare presuntuoso. :-)

Matteo Lion

foto: Andrea Ferrato