Le mappe del tempo

I discorsi sull’età non mi rimandano mai ad un numero.
Arrivano invece  i colori e le risate, il freddo e i disagi.

Nessuna linea continua, uno spazio di punti collegati.
Luoghi dove continuano ad abitare sempre le stesse persone anche se ora non le chiami più per nome e forse non le trovi più in casa.

Finestre affacciate su momenti diversi, costantemente presenti, importanti.
Finestre sempre aperte e quelle socchiuse riflettono una luce che impone una memoria, una specie di sottolineatura delle cose da fare o quanto meno da ripensare.

Le coordinate dei luoghi cambiano.
Li ritrovi triangolando con i nuovi punti che ogni giorno diventano case dove non dimenticarsi di aprire le finestre prima di uscire.

Andrea Ferrato

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