La perfezione non esiste | Alberto Guizzardi

Kazuo Ishiguro è autore di due bellissimi libri che ho amato parecchio “Quel che resta del giorno” storia di sentimenti negati sullo sfondo dell’Inghilterra primo novecento e “Non mi lasciare“ disturbante racconto che si svolge in un futuro distopico dove ragazzi cloni vengono cresciuti per fini non propriamente etici.

È più vicino al secondo come tematica il nuovo romanzo “Klara e il sole” prima uscita dell’autore anglo-nipponico dopo la vittoria del Premio Nobel per la letteratura nel 2017.
In un futuro non troppo lontano, dove le interazioni sociali si sono ridotte ormai al minimo, sono stati creati degli AA, cosiddetti amici artificiali, il cui scopo è aiutare i giovani a sentirsi meno soli.
Gli AA sono in grado di raccogliere informazioni, elaborarle fino ad avere una capacità di ragionamento molto simile a quello degli umani.

Klara è un modello non di ultima generazione, ma attira l’interesse di Josie, ragazza sensibile dalla salute cagionevole e di quello della madre che dopo un’attenta valutazione sulle sue capacità deciderà di acquistarla.
La sua peculiarità è quella di avere una profondità di ragionamento inusuale e una fede quasi religiosa nelle virtù del sole, suo nutrimento e ritenuto tale anche per la specie umana.
Klara andrà quindi a vivere in una grande casa dove le giornate sono scandite proprio dal sorgere e dal tramonto del Sole sugli infiniti campi che circondano la casa.

Ma gli esseri umani si nutrono, oltre che del cibo, di sentimenti, amore, odio e desiderio di perfezione, a Klara si arriverà a chiederle perfino di provare emozioni e prospettarle un futuro umano.
“Non ti fidare delle promesse degli uomini“ le aveva detto la manager del negozio prima di essere venduta e Klara si troverà a dover rielaborare tutte le informazioni ricevute (dagli uomini) per prendere la decisone corretta.

Può essere in grado un’intelligenza artificiale di fare questo tipo di lavoro quando si tratta di valutare comportamenti e atteggiamenti che nascono dalla imponderabilità della natura dell’uomo?
Di quest’uomo che come Narciso finisce consumato alla ricerca di una perfezione irraggiungibile?
Lasciamo al racconto dare la risposta ma intanto applaudiamo la capacità di Ishiguro di parlarci di noi da punti di vista arditi e mai banali.

Alberto Guizzardi

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