Conversazioni profonde

I luoghi che non parlano, ma che anzi riflettono le chiacchiere di superficie delle persone che li frequentano, sono quei luoghi turistici che perdono un’occasione.
Disperdono la possibilità di mantenere la propria natura e la ricoprono con uno strato di interpretazioni livellate di ciò che potrebbe attrarre un pubblico apparentemente distratto, giusto lo stimolo ad una curiosità subito appagata e probabilmente delusa.

L’Italia è ricca di luoghi da visitare ma allo stesso tempo fatica in modo enorme a comprenderne le potenzialità che non derivano da eventuali strategie estetiche di comunicazione ma piuttosto dal riuscire a rendere trasparenti le caratteristiche e le storie del luogo stesso.
Le persone in vacanza sono solo apparentemente distratte, in realtà sono assolutamente permeabili a nuove esperienze e nuovi racconti.

La mia vacanza in Sardegna è stata un’altalena tra luoghi splendidi, ma con l’anima venduta ai souvenir e al consumo immediato, e posti dove invece, la passione e il radicamento al territorio, hanno generato delle eccellenze che, cercando di sopravvivere, ti trasmettono significati e sensazioni.

In Sardegna esiste un circuito di miniere dismesse, coordinato dalla regione stessa, che sono state riconvertite per poter essere visitate.
Se apparentemente può sembrare  poco interessante infilarsi in un tunnel sotterraneo, in realtà l’esperienza vale l’intera vacanza.

A Lula, un comune in provincia di Nuoro, c’è la miniera di Sos Enattos.
Vi accoglie Luca Loddo, il perito minerario che gestisce il sito.
Luca Loddo è una persona innamorata della sua miniera, del rapporto con i suoi colleghi, della sua zona. Un amore che si legge nel suo orgoglio nel vedere persone che si spostano dal mare limpido per andare a visitare la sua miniera.

Nel racconto di Luca Loddo non c’è la minima traccia di retorica o di enfatizzazione; ti porta, con le parole e fisicamente, in un mondo che forse si è immaginato, o visto in qualche film, ma questo genere di ricordi si appannano mentre il racconto avanza e passa, da una generale descrizione, a come avveniva l’attività, a come i minatori convivevano con la miniera.

A Sos Enattos hanno scelto di evitare i manichini addobbati da minatori lungo le gallerie; hanno scelto di posizionare foto in bianco e nero dei minatori al lavoro: una scelta che rimuove definitivamente il ricordo romantico che si poteva avere di una miniera. Anzi il ricordo viene disintegrato quando Luca Loddo aziona uno degli strumenti di lavoro ad aria compressa che venivano usati per scavare i fori per le mine.

Ecco a quel punto capisci tutto.

A quel punto capisci l’orgoglio e la passione impiegata per non far morire quei luoghi, l’intensità nascosta dietro le parole che sembravano di semplice vissuto. Le parole di Luca Loddo ti abbracciano per tutto il percorso e, tornando in superficie, si aggiungono alla cordialità dei colleghi che forse intravedono nei nostri occhi il fatto che torneremo alle spiagge con qualcosa in più dentro.

Andrea Ferrato