Carlo Zauli non metteva fiori nei vasi (piuttosto li rompeva) | Mirco Denicolò

Carlo Zauli ha fatto tanti vasi nella sua vita.
Da un certo momento in avanti erano vasi che assomigliavano a delle teste o delle pance, si capiva che erano vasi perché avevano un buco in cima e potevi metterci dentro l’acqua.
Erano vasi grandi e pesanti, quasi tutti bianchi, però non ci metteva mai dentro i fiori.
Magari i fiori non gli piacevano, forse non voleva niente di vegetale nel suo atelier (Carlo Zauli era un artista e possedeva un atelier nel quale lavorava).
Io ho visto il suo atelier, fuori c’era un prato e degli alberi, ma dentro non trovavi una pianta neanche se cercavi bene, era un posto minerale.

Da un certo momento in avanti Carlo Zauli cominciò a rompere i vasi.
Non con il martello: li modellava, belli tondi e precisi, poi li faceva cadere per terra o gli dava un pugno, come se fosse arrabbiato.
Anche se rotti li cuoceva, tirava fuori dal forno dei vasi cotti e spaccati (e bianchi).
A volte era capace di farli rompere mentre si cuocevano, perché era un artista molto abile.
All’inizio la gente non capiva, pensava che rompere i vasi fosse un po’ come buttare via il cibo, una cosa che non si fa.

Zauli non faceva caso a quello che pensavano di lui e continuava a produrre cose rotte, tanto che un po’ alla volta la gente cominciò a pensare che i vasi rotti non erano male ed iniziarono a comperarli.
Questa cosa deve aver entusiasmato Carlo Zauli perché di lì in avanti produsse altra roba rotta, incrinata o deformata, anche oggetti e sculture molto grandi, quasi tutti erano bianchi e se erano vasi non c’erano mai dei fiori dentro, neanche fiori bianchi.

p.s.: chiedo scusa, sto leggendo Ermanno Cavazzoni e sono rimasto incastrato nel suo modo di raccontare

Mirco Denicolò