Brutti tempi, bei vestiti | Claudia Vanti

Visti i tempi brutti c’è bisogno di film e serie in costume.
Sono rilassanti, e poi, visto che a volte erano brutti anche “quei” tempi ma adesso siamo ancora qui a godere dei loro costumi, vuol dire che cela possiamo cavare pure stavolta.

Intanto lasciamoci sommergere dal dandismo e dalla mussole bianche della Regency era, un periodo che del tutto facile non fu, con sovrani incapaci di intendere e di volere, l’ultimo atto di Napoleone e la Restaurazione incombente sull’Europa, ma contro un nastro di velluto e il cipiglio di Lord Byron questo passa decisamente in secondo piano: Bridgerton, ok, metà soap opera e metà teen drama, ma allora perché non una serie in almeno 3 stagioni di 10 episodi l’una di Orgoglio e pregiudizio?
È un titolo già abbondantemente adattato (anche in versione zombie) ma ci può essere qualcosa di più rassicurante ed esteticamente appagante? Nulla.

The Gilded Age invece, la creazione più recente di Julian Fellowes (il Barone Fellowes, anzi), sceneggiatore per Altman (Gosford Park) e ideatore di Downton Abbey, è anestetizzante: i colori pastello accesi e gli accostamenti spericolati di una costumista che ha interpretato in chiave pop i codici dell’eleganza americana di fine ‘800 (in passato ha lavorato con Wes Anderson, forse ha fatto un po’ di confusione) offrono un viaggio quasi psichedelico fra drappeggi gialli e turchesi, inserti asimmetrici di pizzi smeraldo e piume in tonalità impensabili anche per un Uccello del Paradiso.
E c’è altro ancora.

Ci poteva essere, infatti, un momento migliore, sufficientemente disastrato cioè, perché il secondo capitolo cinematografico proprio di Downton Abbey dispiegasse su di noi la sua ala rassicurante?
No, decisamente no.
Si intitola Una nuova era, poi sarebbe arrivata comunque un’altra guerra, ma intanto c’erano i satin e gli sbiechi dei tardi anni ’20, le collane lunghissime e i completi da tennis con le gonne a pieghe al ginocchio, i tweed e i velluti stampati, gli chiffon leggerissimi e i ricami filigrana.
I prati verdi e il mare azzurro del sud della Francia: non poco.

Claudia Vanti