(Anti)eroi | Alberto Guizzardi

Si abbattono statue come alla fine di una dittatura.
Si vogliono cambiare i nomi di vie, piazze e aeroporti.
Figure ormai dimenticate riacquistano fama per la loro condotta passata.
E pure eroi della patria e dei due mondi finiscono sotto accusa per cose dette, pensate, fatte.

La storia, grande o piccola che sia, è oggi oggetto di una revisione, accelerata e amplificata dal frullatore mediatico dei social media, dei big data che rendono un trend più popolare di altri e lo fanno diventare globale.
Il rischio del politically correct a tutti i costi è quello di dimenticare la storia o meglio il contesto storico di quelle rappresentazioni ora così vituperate.

È una linea molto sottile tra il desiderio di liberarsi di simulacri di un passato che è ormai irricevibile e dall’altra di un neo puritanesimo fatto di un’ossessiva caccia alle streghe.
Credo che sia inevitabile che una società come la nostra, erede di quella rivoluzione industriale che ha portato a rendere “democratiche” l’ingiustizia sociale e le sperequazioni, non possa fare altro che erigere a propri paladini degli eroi che non reggono il loro tempo.

Questo è quello che ci sta suggerendo la storia e cioè di iniziarsi a porre delle domande sulle cause e non solo sugli effetti di ciò che nel tempo ha prodotto.

Alberto Guizzardi

foto: Andrea Ferrato