Anche l’anima cambia pelle | Matteo Lion

A fine agosto è stato pubblicato “Dogviolet” il disco di esordio di Laurel, giovane cantante inglese.

Il 24 Ottobre Laurel era a Bologna per la sua prima data italiana.
Il pubblico presente era davvero esiguo.
Ed è davvero un peccato perchè se il disco è piacevole, il concerto lo è stato ancora di più.
Quando è arrivata sul palco Laurel non si è persa d’animo e ha salutato il pubblico con un ironico “Hallo Wembley!!”
È difficile emergere e farsi conoscere in un mercato discografico ormai schizofrenico.

Se proprio volessimo fare i perfidi, potremmo dire che forse la ragazza dovrebbe lavorare un pò sull’aspetto visuale che dovrebbe aiutare a presentare il suo lavoro.
A partire dall’orrida copertina del disco o rivedendo i concept dei suoi video troppo minimali, come Same Mistake o troppo inutilmente visionari, come Adored.
Ma il concerto  è stata una performance più che riuscita che la conferma come un artista enormemente promettente.
Laurel è la leader di una  band di quattro elementi, e suona la sua chitarra con una sicurezza spavalda.

Ma tutto è incentrato sulla sua voce mozzafiato: un timbro personale che sa usare con enorme controllo.
Auguro a Laurel che la prossima volta che tornerà in italia, le cose possano andare  diversamente.

Ma tanto le cose cambiano, sempre.

Alcuni esempi recenti:

  • Sinead O’Connor si è convertita ed è diventata all’islam.
  • Soap&Skin che nel primo disco cantava canzoni come “marche funebre” o “extinguish me”  ha pubblicato un nuovo disco ” from gas to solid / you are my friend” molto più positivo, a giudicare dai primi singoli estratti: Heal o Italy.
  • Madonna che per anni è stata una delle artiste con l’immagine più costruita, ora ha un profilo instagram pieno di suoi ridicoli selfie. Ho letto un commento in rete che dice che quando si vedono i suoi selfie si ha sempre l’impressione che abbia avviato la fotocamera per fotografare qualcosa e le abbia invece inviata quella anteriore.
  • Lucy Dacus, Julien Baker e Phoebe Bridgers potevano godersi il loro anno magico con i loro dischi ben recensiti ovunque e i loro tour in pieno svolgimento. E invece hanno pensato di formare una band tutta al femminile, le Boygenius, e pubblicare un EP che aggiunge lustro al lavoro di tutte.

Matteo Lion