A lot of brothers are watching you

Il fatto:  durante una delle manifestazioni che stanno avvenendo in Spagna (qui siamo a Barcellona – Plaza Catalunya, il video lo potete vedere qui >>>) avvengono degli incidenti. Un gruppo di “manifestanti” attacca le forze dell’ordine che reagiscono con i mezzi a loro disposizione.

Poi però qualcuno si insospettisce, si accendono le telecamere, ma chi sono questi violenti che hanno provocato gli incidenti? Le persone presenti li individuano, scatta il passa parola, li accerchiano: i “manifestanti” cominciano a preoccuparsi, si raggruppano, cominciano a telefonare e a confabulare tra loro con espressioni evidentemente preoccupate.

Trascorso un po’ di tempo arrivano le forze dell’ordine e stranamente scortano verso i mezzi della polizia i “manifestanti”.

Non è una storia nuova, la storia nuova è che sarà sempre più difficile operare in modo scorretto.

C’è una evidenza parziale, soprattutto da parte dei media informativi tradizionali, di ciò che la rete stia alimentando.
Il primo “allarme” è ruotato tutto attorno ad un aspetto prettamente commerciale e funzionale: le aziende non potevano più permettersi di barare, le persone se ne accorgono subito, ascoltano solo le persone di cui si fidano e hanno molte più possibilità per farlo.

Il fatto è che, nella vita delle persone, i prodotti, centrali per le aziende, rappresentano quella parte marginale che considerano, sempre più, solo quando ne hanno una effettiva necessità o se hanno una qualche relazione con la marca.

Le persone sono molto più interessate alla qualità della loro vita. Le maggiori possibilità di relazione e confronto hanno investito soprattutto la vita sociale; la politica, ormai conformata ai comportamenti di una marca di trent’anni fa, si ritrova spiazzata esattamente come le aziende.

Il dopo referendum in Italia è ruotato tutto attorno a quale fazione avesse vinto o avesse perso, a quanto internet avesse portato o meno voti: è mancata completamente un’analisi sostanziale sul livello partecipativo delle persone, sempre più consapevoli delle proprie potenzialità quando sono in “rete”.

Andrea Ferrato