Compleanni | Mirco Denicolò

Costa riminese, estate, anni sessanta.

Genitori: impegnati in attività turistiche (spiaggia);
Fratelli e cugini: camerieri, baristi, commessi;
Cugini piccoli: al seguito delle famiglie che gestiscono bar, pensioni, negozi, esercizi vari;
Compagni di scuola: dagli otto anni in su quasi tutti già impiegati in qualche lavoro adatto ai bambini, i più abbienti in un qualche centro ricreativo comunale.

Essere nati in luglio dalle mie parti significava rendersi conto molto presto che il tempo era sempre tempo del lavoro, ogni forma di piacere che contemplasse l’uso di denaro era cosa d’altri e che gli anniversari privati erano cosa di pochissimo conto.
I compleanni si risolvevano in una torta preparata dalla pietà materna e condivisa a cena, compatibilmente con i turni di lavoro dei famigliari.

A distanza di tanti anni posso dire che vivere in un paesino in cui la festa è festa degli altri non intristisce, ma disincanta: nel cuore generoso dei romagnoli c’è una vena di scetticismo, soprattutto in quelli nati sotto il segno del Cancro.

Mirco Denicolò